mercoledì 1 ottobre 2008

See you soon, Banko!

Sotto un cielo grigio e piovoso, prontamente servito dal clima olandese affinchè non corressi il rischio di ricordarmi dell’Olanda come di un paese baciato dal sole, guardo scorrere i campi attraverso il finestrino del treno che mi porta verso Schipol, l’aeroporto di Amsterdam. Un sacco di cose mi ricordano con precisione il giorno in cui sono arrivato, esattamente tre mesi fa più o meno a quest’ora, e posso addirittura ricordare quanto fossi ansioso di prendere possesso di ciò che mi ero conquistato, in una sorta di penoso flash-back da libro cuore che prontamente interrompo per rispetto verso la mia persona. Nel frattempo ricontrollo mentalmente i preparativi fatti oggi, prima di partire, come se ricordarsi adesso di aver dimenticato qualcosa potesse avere la benchè minima utilità. Ricompongo le fasi della mia ultima giornata in terra olandese, principalmente trascorsa fra lasciti di vari oggetti, acquisti dell’ultima ora, e la vendita della bicicletta.

Effettivamente, lasciare le chiavi di qualcosa che è stato tuo, sia esso una bicicletta, un appartamento, o qualunque altra cosa, è davvero triste. Posso dire che nel momento in cui ho posato le chiavi della bicicletta sul banco del negozio, e infilato quelle di casa nella cassetta del proprietario, ho provato la chiara sensazione che tutto stesse finendo e che fosse giunta l’ora di tornare a casa. Non senza nostalgia di tutto ciò che questi tre mesi sono stati, ma anche con la voglia di rivedere la propria casa, che incalza di ora in ora. Ormai non mi resta che attendere che un aereo mi traghetti nella mia vita di sempre, e la voglia che questo accada si fa sempre meno trascurabile, passando per il bisogno di rivedere un sacco di persone importanti, fino al piacere che provo al pensiero del momento in cui mi sdraierò nel mio letto, senza sentirlo cedere sotto il mio peso in modo da farmi assumere una posizione parabolica, come mi sono dovuto abituare a fare in questi mesi.

Non posso sapere che seguito avrà questo blog, anche se continuerò a scriverci ogni qualvolta avrò qualcosa da dire, né posso sapere che seguito avrà quest’esperienza; posso dire però che mi impegnerò perchè entrambi ne abbiano uno, dato che nel primo ho ritrovato il piacere di scrivere per il solo gusto di farlo, e per la seconda... beh spero solo di potermi chiedere ancora in futuro: quo vadis, Banko?