giovedì 28 agosto 2008

Behind the grey sky

Da non so quanti giorni il sole si nasconde dietro una coltre di nuvole compatte, omogenee, tanto poco minacciose di pioggia quanto poco foriere di speranza: quando il cielo olandese è plain grey, grigio uniforme, molto probabilmente resterà così a lungo, e quella che mi aspetta è un altra giornata estiva come il cotechino con le lenticchie. Ecco il primo pensiero che in genere faccio al mattino, davanti alla mia finestra semiaperta con una tazza di caffè in mano, mentre guardo passare le persone per strada; mi piace farlo, cerco di immaginarne il lavoro dai loro vestiti, dalle loro espressioni, da quanto corrono in bicicletta, mentre appanno il vetro con il respiro e penso che non riuscirei a correre come loro nemmeno al decimo anno di cittadinanza olandese. Ovviamente il fatto che il cielo sia così grigio non mi incoraggia certo a iniziare l'ennesima giornata di lavoro, anzi mi suggerirebbe di tornare a letto prima che questo si raffreddi chiamando lo studio con la voce del moribondo, ma c'è una cosa che quasi sempre sopraggiunge a cambiare volto alle cose: praticamente ogni giorno alla stessa ora, mentre me ne sto dietro al vetro con l'umore appena più chiaro del caffè che sto bevendo, a un certo punto passa un ragazzo in sedia a rotelle, che si muove grazie a un manubrio particolare che fa oscillare avanti e indietro con le braccia, invece di spingere le ruote. Ora, immaginate lo sforzo necessario a fare chissà quanta strada per andare al lavoro ogni mattina, sospingendosi con le braccia, per giunta a una velocità tutt'altro che bassa, e provate a quantificare la forza di volontà che uno sforzo del genere richiede. Non esagero se dico che ogni mattina trovo la forza di uscire di casa senza lamentarmi con me stesso della pioggia e della giornata che incombe, negli occhi di quel ragazzo così pieni di energia che non tradiscono né lo sforzo né la fatica di continuare a vivere una vita che gli ha già presentato un conto salatissimo.

lunedì 25 agosto 2008

Everything changes

Quello che vedete qui accanto, è uno dei cambiamenti più visibili che sto avendo durante la mia "vacanza" in terra olandese. 
Lieti della visita da parte di vari amici da Firenze, abbiamo voluto (con Isi e Pippo) celebrare il sabato sera con una serata importante: visita al Gay Palace. Tale nome spetta alla mecca della diversità, dove nessuno si stupisce di nulla, e il diverso diventa uguale.
Quella che segue è una cronaca confusa di una serata multiforme e molto lunga. Provati dalla giornata a Utrecht ma in forze per uscire alle dieci, iniziamo con una birra al Bazar, il ristorante turco; seguono ulteriori due birre al Caffè Praag, di fianco al GP. Giunti alla cassa, due immensi buttafuori ci marchiano la mano come bovini, e ci introducono in una folla sudaticcia ed eterogenea, anche se etero non sembra essere la parola d'ordine del posto, a dire il vero. Mi conquisto al bar una vodka-redbull i cui miasmi mefitici mi rincorreranno anche il giorno dopo, e mi amalgamo con la massa ondeggiante schivando occhiate languide e fugaci strusciamenti maschili. Mi ritrovo sul cubo, poi in mezzo alle luci, il buio, il contatto con la gente, l'odore del sudore, il frastuono dei bassi. Poi ancora vodka-redbull (gli effetti sgradevoli di cui sopra ancora non si erano manifestati), altre luci, altri bassi, nuove coppie formatesi per l'occasione e già alacremente dedite allo scambio di saliva, finchè finalmente alle quattro di mattina, come amano incitarmi a dire i miei amici, guadagno la branda.

 

giovedì 21 agosto 2008

May I have an haircut?


Scappo dallo studio furtivo come un topo in una cantina, adducendo la motivazione (in effetti reale) di dovermi tagliare i capelli che hanno ormai travalicato i confini del senso estetico comune, e mi dirigo verso la zona dei negozi convinto di poter trovare senza fatica un kapsalon con un quarto d'ora da dedicarmi. In fondo, mi aveva assicurato il baldo Chris, "di giorno di lavoro non va molta gente dal parrucchiere, non dovresti avere nessun problema". Dopo un ora di ricerche infruttuose fra saloni scintillanti e ultrafashion dalle rubriche stracolme di appuntamenti, mi rassegno alla mia acconciatura demodé e mi avvio mestamente verso casa concludendo che la sentenza rassicurante di Chris era in realtà una cazzata sesquipedale, e che a Rotterdam la gente lavora tutto il giorno, ma non si sa come, i negozi sono sempre pieni. A poche centinaia di metri da casa mi imbatto invece nel parrucchiere del quale vi mostro con soddisfazione il sito, dove una gentile fanciulla ornata di piercing e varia ferramenta cromata mi dice che sì, c'è posto, accomodati pure su quella palla di gomma laggiù per il lavaggio. Oltre a godermi l'arredamento perfettamente "rotterdamese", con specchi appoggiati in terra, look industriale-decadente e mobilio fasciato di lattice rosso, scopro con piacere che la ragazza che si prende cura del mio aspetto, 22enne di Amsterdam, parla un inglese molto corretto e sciolto, del quale si era addirittura scusata poco prima definendolo terribile. Nella mezz'ora necessaria a ricondurre il mio aspetto alla ragione, mi spiega con cura le differenze fra gli olandesi locali e quelli di Amsterdam, la tendenze più in voga in fatto di locali notturni, e mi consiglia persino un paio di gite in altrettante città d'arte. E io che ero abituato alle nostre sciampiste, con le quali sono riuscito tutt'al più a imbastire una dissertazione sul matrimonio di Briatore, fra varie incomprensioni nonostante la lingua madre comune...

lunedì 11 agosto 2008

Maastricht


Finita una settimana infernale, con tre consegne di lavori per i quali mi avevano costretto agli straordinari, mi godo un finesettimana lungo all'insegna del relax e del turismo. Quella che vedete qui accanto è Maastricht, nella quale io e la mia amorosa ci siamo concessi una bella giornata di sole, e un'imponente scarpinata per guadagnare la vetta dell'unica collina olandese, sulla quale sono state scavate città sotterranee servite come rifugi di guerra.
Di ritorno alla routine quotidiana, oggi trovo allo studio un fervore che in Italia, in questo periodo, non si trova nemmeno nei mercati della frutta, con il boss appena rientrato dalla sede della Microsoft che scalpita per terminare le consegne prossime in vista delle (solo) sue ferie. Affronto l'inizio della giornata in bici, lungo le enormi piste ciclabili illuminate dal sole e rinfrescate dall'immancabile vento freddo, con il reggae olandese degli Splendid che mi evoca paesaggi tropicali, gli odori e i colori della Jamaica, così diversa dall'Olanda da far sembrare che l'unica analogia possibile sia la tolleranza nei confronti della ganja. Già, la marijuana. So bene quale sia l'opinione più diffusa dell'Olanda, spesso dipinta come una sorta di simposio e paradiso dei vizi, popolata da pagani ebbri di sesso, droga e rock'n'roll. La realtà, non c'è bisogno di precisarlo, è molto diversa, e per meglio spegarmi vi riporto quanto segue: da che sono arrivato in Olanda, ovvero 40 giorni, non ho ancora visto un solo olandese farsi una canna. Semplicemente, per gli olandesi la marijuana è una cosa perfettamente normale, ma appannaggio delle persone più sfigate, meno cool, e quindi quasi nessuno ne fa uso nonostante lo trovi perfettamente normale. Direi che balza agli occhi la differenza con il nostro ipocrita paese, dove la chiesa e la politica tuonano contro qualsiasi concessione alla legalizzazione, salvo poi trovarsi di fronte alla più alta concentrazione d'europa di consumatori di droghe. Il punto è che il considerare le droghe un tabù ne preserva il fascino proprio delle cose proibite, e le rende un oggetto del desiderio, cosa che smettono di essere quando sono legali, ma considerate da sfigati. Chi è stato in un coffeeshop olandese, converrà che gi principali clienti sono gli immigrati e i turisti, e che gli italiani sanno sempre come farsi riconoscere al meglio. 

mercoledì 6 agosto 2008

Hartelijk gefeliciteerd!! (buon compleanno)


Gratificato da questo simpatico intreccio di vocali e consonanti accoppiate apparentemente a caso, quest'anno posso dire di aver festeggiato un compleanno insolito, degno del primo quarto di secolo. Sono anche riuscito a comprare un buon dolce, indovinando a caso la migliore pasticceria di Rotterdam di prima mattina, in un paese dove una pasticceria buona é rara come un gatto in un canile. Poi cena in un ristorante turco con kebab e yogurt (anche l'anno scorso avevo festeggiato così il mio compleanno, ma in Turchia, con 20 gradi in più), e poi due chiacchere fra amici e tutti a casa. I regali sono stati vari e molto graditi, dagli auricolari per l'ipod degli insostituibili Isacco e Filippo, alla serie di accessori per la casa e per la bicicletta, doni dell'Elena. Così adesso ho anche una borsa per la bici, da difendere dai ladri...

lunedì 4 agosto 2008

Green Fortune


Stamani ho iniziato un nuovo progetto in collaborazione con uno studio di architettura che alloggia nel nostro stesso edificio, il Creative Cube. Il progetto riguarda l'eco housing, ovvero la realizzazione di case eco compatibili, e più in dettaglio un gruppo di appartamenti che verranno realizzati nel centro di Rotterdam. Mentre spulciavo il blog che hanno creato per la ricerca relativa a questo progetto, mi sono imbattuto in Green Fortune, un sistema per integrare il verde nelle abitazioni e non solo, con il sistema della coltura idroponica. Trovate il link nella sezione del blog dedicata alle cose più cool della settimana, oppure qui
Non ho dubbi che i lettori piu' maliziosi di questo blog avranno già pronta la battuta sul tipo di piante da coltivare, visto che si tratta di un progetto olandese...

One love, one heart


Sabato scorso ad Amsterdam c'è stato il Gay Pride, il raduno mondiale del mondo gay. Inutile dire che mentre altrove sarebbero state celebrate più le polemiche che i contenuti, mi vengono in mente paesi come ad esempio l'Italia, ieri ad Amsterdam campeggiavano ancora le bandiere attaccate ai lampioni con la scritta We Are Proud. Se sapete l'inglese e avete voglia, potete leggere il programma sul sito della città, qui. E a proposito di amore, da cinque giorni divido questa bella esperienza con un ospite speciale, la mia dolce metà. Devo dire che oltre agli ovvii piaceri del rivedersi dopo un mese, una delle sensazioni più piacevoli degli ultimi giorni è stata la soddisfazione di mostrare a qualcuno tutto ciò che ho costruito faticosamente, i posti che ho scoperto, i ristoranti che mi sono piaciuti di più, eccetera. Se solo il lavoro mi lasciasse un po' più tempo libero dei due miseri giorni nel weekend....
A proposito di lavoro, la scorsa settimana sono stato impegnato quasi esclusivamente con le immagini del barbecue che lo studio ha progettato per Cadac, una ditta sudafricana. Dopo giorni passati a scegliere i materiali e fare prove, Venerdì scorso a tre giorni dalla consegna il boss non era ancora soddisfatto del risultato, e così lo scorso fine settimana, fra un giro in centro e una birra in un pub, mi sono dovuto destreggiare fra penne usb e luridi internet point per spedire il lavoro al mio collega Chris che abbraccio virtualmente per la pazienza e per la gentilezza. Cosa non si fa per compiacere una ditta di spiedini, eh? Sarei felice di mostrarvi il risultato di tanta fatica, conscio che non ve ne possa fregare di meno, ma per vostra fortuna tutto il nostro lavoro è coperto da segreto professionale finchè non viene prodotto, e dunque dovrete accontentarvi della vostra immaginazione.
Ah già, stamani mi sono svegliato con qualche dolore in più, e dopo aver accusato comprensibilmente la quantità immane di pioggia presa ieri sera tornando a casa in bici dalla stazione, mi sono improvvisamente ricordato di avere 25 anni da oggi, e dunque di essere un po' più vecchio. Non faccio un bilancio del mio primo quarto di secolo perchè non voglio annoiare nessuno, ma spero di poter festeggiare il prossimo altrettanto bene!