venerdì 4 febbraio 2011

Mai guardarsi indietro

Sembra ieri. La scala mobile scende, il treno arriva, la città che si apre davanti agli occhi, il tram, i canali, le insegne così familiari, la strada con gli alberi, e infine la porta di casa, così sconosciuta e già così accogliente. Invece non era ieri, ma centoventi giorni fa, e di questi non ce n'è uno che non vorrei rivivere, non uno senza un momento di soddisfazione che ripagasse il resto della giornata, non uno che non mi lasciasse andare a letto la sera pensando con gioia a quello seguente. Ma come sempre le cose belle passano in fretta, e così stamani ho riportato la bici al negozio, raccolto i miei 35 chili di bagagli, salutato i miei coinquilini, e rivista la sequenza al contrario, come un effetto della regia: la porta di casa che si chiude, la strada con gli alberi, le insegne, i canali, il tram, la città che mi saluta e mi ricorda di essere sempre lì, il treno, la scala mobile che sale, e il sipario che si chiude. Da domani comincia un'altra storia, e nonostante la tristezza per quello che ho lasciato, non vedo l'ora.