lunedì 11 agosto 2008

Maastricht


Finita una settimana infernale, con tre consegne di lavori per i quali mi avevano costretto agli straordinari, mi godo un finesettimana lungo all'insegna del relax e del turismo. Quella che vedete qui accanto è Maastricht, nella quale io e la mia amorosa ci siamo concessi una bella giornata di sole, e un'imponente scarpinata per guadagnare la vetta dell'unica collina olandese, sulla quale sono state scavate città sotterranee servite come rifugi di guerra.
Di ritorno alla routine quotidiana, oggi trovo allo studio un fervore che in Italia, in questo periodo, non si trova nemmeno nei mercati della frutta, con il boss appena rientrato dalla sede della Microsoft che scalpita per terminare le consegne prossime in vista delle (solo) sue ferie. Affronto l'inizio della giornata in bici, lungo le enormi piste ciclabili illuminate dal sole e rinfrescate dall'immancabile vento freddo, con il reggae olandese degli Splendid che mi evoca paesaggi tropicali, gli odori e i colori della Jamaica, così diversa dall'Olanda da far sembrare che l'unica analogia possibile sia la tolleranza nei confronti della ganja. Già, la marijuana. So bene quale sia l'opinione più diffusa dell'Olanda, spesso dipinta come una sorta di simposio e paradiso dei vizi, popolata da pagani ebbri di sesso, droga e rock'n'roll. La realtà, non c'è bisogno di precisarlo, è molto diversa, e per meglio spegarmi vi riporto quanto segue: da che sono arrivato in Olanda, ovvero 40 giorni, non ho ancora visto un solo olandese farsi una canna. Semplicemente, per gli olandesi la marijuana è una cosa perfettamente normale, ma appannaggio delle persone più sfigate, meno cool, e quindi quasi nessuno ne fa uso nonostante lo trovi perfettamente normale. Direi che balza agli occhi la differenza con il nostro ipocrita paese, dove la chiesa e la politica tuonano contro qualsiasi concessione alla legalizzazione, salvo poi trovarsi di fronte alla più alta concentrazione d'europa di consumatori di droghe. Il punto è che il considerare le droghe un tabù ne preserva il fascino proprio delle cose proibite, e le rende un oggetto del desiderio, cosa che smettono di essere quando sono legali, ma considerate da sfigati. Chi è stato in un coffeeshop olandese, converrà che gi principali clienti sono gli immigrati e i turisti, e che gli italiani sanno sempre come farsi riconoscere al meglio. 

2 commenti:

arbiadesign ha detto...

Vabè, avevo da lavorare alle displacement, ma poi la curiosità per i nuovi aggiornamenti a attirato troppo la mia curiosità e così sono venuto a leggere....e commentare naturalmente. Salvo condividere in pieno quanto hai detto riguardo la facile riconoscibilità di "noi" italiani all'estero (specie in paesi come l'Olanda), o il meccanismo/principio che scatta nelle menti dei consumatori messi davanti al divieto di assumere questa o quella sostanza, oltre a tutte le cose giustissime che hai detto sul raffronto evolutivo Italia VS Olanda. Mi trovo però in disaccordo con quanto hai detto rispetto al consumo di cannabis in Olanda da parte degli olandesi: non é vero che loro ne fanno poco uso, ma é vero che ne fanno un uso più consapevole e pensato; non é vero che viene considerato sfigato chi fuma, anzi sono molto tolleranti e liberi anche solo da idee del genere, semplicemente vedono come un povero sfigato chi per "vivere" e "divertirsi" deve sempre e solo fumare, o che cmq riconosce nella Maryjuana uno stile di vita assoluto....ma penso che allo stesso modo si pensi anche noi delle centinaia di pischelli dahane che passano le giornate in cerchio a fumare. Certo é che gli olandesi fumano uno spinello con una razionalità diversa rispetto alla nostra... sovente per i periodi trascorsi la, mi é capitato di osservare business man in doppio petto e cravatta usciti dal lavoro in banca o in qualche prestigioso ufficio, entrare in un coffeeshop e ordinare un bel the e un grammo di J.Sinclaire, fumare e poi tornarsene a casa dalla propria famiglia...
Una immagine questa che da noi si può sentire solo in una barzelletta!
Certo come già detto, gli italiani lasciano il segno del loro passaggio ben evidente, tanto che uno dei coffeeshop più grandi di Amsterdam si chiama appunto "La Canna" dove puoi trovare sciami di scemi (eheheh scusate il gioco di parole!) tutti provenienti appunto dal Belpaese intenti a ostentare la loro italianità, così come in Piazza Dam a fare Chilum in faccia a tutti, etc. Che sarebbe come dire: dato che in Italia l'alcool é particolarmente free perché non ci sono decine di teste di cazzo tutte a ubriacassi in Piazza Duomo???
Forse perché per noi bere é normale e allora a tavola trovi il vino e ciò non sconvolge nessuno... si tratta di cultura e abitudine, allo stesso modo cultura e abitudine fanno degli olandesi una popolazione tollerante che non ha bisogno di piazzarsi in piazza Dam per far vedere che loro fumano... ;D
Sicuramente il detto latino:
"Est Modus In Rebus"
sembrerebbe in questo caso molto più appartenente alla popolazione nordica che alla nostra.
Poi dato che sono in Italia, d'Agosto a Firenze smetto anche di parlarne che mi sale l'angoscia ;)
A presto Banko e continua a tenerci aggiornati.

musoditinca ha detto...

precìsazone puntualìssìma...