lunedì 14 luglio 2008

Be wired or be nothing


Rintanato in un internet point di bassa lega, in una cabina di legno laminato in mezzo a una ventina di individui di molteplici etnie che conversano con i propri affetti dall’altra parte del mondo, mi appresto a consumare i miei trenta minuti di accesso alla rete aggiornando il diario di viaggio con importanti novità.

Prima fra tutte, ho allungato la mia ristretta lista di conoscenze a due individui promettenti: Daniel, estroso personaggio dalle sembianze sudamericane, e Pascal, olandese modello, magrissimo, nonchè discreta idrovora di birra. Pare che tra tutti e due conoscano diversi locali interessanti, ed in effetti li ho conosciuti tramite Filippo in un locale tutt’altro che brutto: trattasi di una sala da ballo piuttosto piccola, ma dotata di un palco sul quale suonano vari gruppi locali quasi tutte le sere, anche tutta la notte. Pare proprio che nel fine settimana agli olandesi piaccia divertirsi fino a tarda ora, e i locali che normalmente sono vuoti alle nove di sera, arrivano tranquilli all’alba pieni di gente. E pensare che cenano tutti i giorni al massimo alle sette, con ancora un paio d'ore di sole pieno, visto che tramonta alle undici...

Seconda novità importante, questa settimana ci sono i saldi. Ora, in una città il cui centro è un grande centro commerciale, dove si può acquistare qualsiasi cosa in qualsiasi fascia di prezzo, il periodo dei saldi diventa più o meno ciò che qualsiasi donna ha sempre sognato di poter vivere: una babilonia di vetrine di ogni genere, gallerie di negozi tappezzati di percentuali di sconto, offerte speciali etc. C'è però una curiosa differenza con i saldi italiani (più d'una in verità): al termine del pomeriggio di shopping, la moltitudine di buste e sacchetti accaparrati e appesi ad ogni arto, non viene caricata sul sedile posteriore del SUV parcheggiato in doppia fila sui viali, ma viene portata a casa con il mezzo comune, ovvero la bicicletta. 
Avrei dovuto valutarlo più attentamente sabato scorso, quando mi sono avventurato in bici per la via di casa con un ingombrante fardello di sacchetti che mi donava la mobilità di un autotreno in pieno centro. Ma d'altra parte, senza macchine si viaggia così bene, ma così bene...

1 commenti:

Eljena ha detto...

E quando arrivo io sono già finitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii