lunedì 8 settembre 2008

L’impagabile brivido della soddisfazione


Devo dire che quando è nato questo blog non avevo idea di quanto estesa fosse la portata della rete, e di quante persone si possono raggiungere solo scrivendo e sfruttando qualche network come Facebook: dopo due mesi siamo a quasi duemila visite da 16 paesi nel mondo, che per me è un po’ come alzarsi la mattina, affacciarsi al balcone davanti a cinquecento persone e mettersi a fare un discorso. Mi vengono quasi i brividi a pensarci, e per scacciarli ringrazio di cuore tutti coloro i quali mi hanno manifestato il loro apprezzamento, dandomi lo stimolo per continuare.
Per riassumere in uno spazio umanamente accettabile i giorni trascorsi dall’ultimo post, potrei accennare il fatto non da poco di aver recentemente avuto i cataloghi distribuiti nelle fiere da parte di un paio di nostre aziende clienti, che recavano le immagini fatte da me in questi due mesi per i loro progetti. Era la prima volta che mi capitava, e devo dire che nonostante la grafica e l’impaginazione (da loro curata), più adatta a una confezione di supposte che a una brochure promozionale di un oggetto di design, ho provato la sensazione impagabile di aver prodotto qualcosa, e di aver tagliato un traguardo.
Per il resto la settimana trascorsa ha segnato il mio ritorno alla solitudine domestica, dopo un mese durante il quale ho ospitato una lunga lista di una decina di re magi in visita di piacere, tutti molto graditi a partire dall’Elena, i miei genitori, vari compagni Isia, amiche girellone, e infine Isacco e Filippo neo-sfrattati. Sinceramente poter passare un fine settimana all’insegna della riflessione solitaria (incoraggiato e sponsorizzato amorevolmente dal clima olandese avido di sole e generoso d’acqua e vento) mi ha fatto molto piacere per godere appieno di alcune cose delle quali potrei godere solo in solitudine. Sto parlando di cose semplici, ma indelebili per la memoria, come un pesce fritto mangiato al mercato del sabato mattina, una birra in un locale scalcinato del centro, una passeggiata in bicicletta lungo la Mosa con il sole del tardo pomeriggio in faccia, il profumo del kapsalon all’ora di cena e infine una visita al supermercato senza vincoli di tempo e di appuntamenti vari, con tutta la pace necessaria a tentare di decriptare le confezioni con fare da archeologo, nella speranza di ampliare il menu senza incappare in specialità esotiche e cineserie varie, orrifiche nella forma e putribonde nella sostanza.
Prossimante vi racconterò del kapsalon, misterioso intruglio gastronomico tipico di Rotterdam, simbolo della sua multietnìa imperante, e preda degli appetiti notturni miei e di Harrie.

4 commenti:

Eljena ha detto...

Come sei bello in questa foto...

BANKO ha detto...

Ma grazie ciccia! Questi si che sono complimenti che mi fanno emozionare...

musoditinca ha detto...

lo dice solo perchè viene pagata profumatamente dai tuoi genitori...
XD

P.S.
non voglio stare a puntualizzare ma si scrive harrie.

P.P.S.

eleninaaaaaaaaaaaa!

Eljena ha detto...

P.P.P.S.

Pippoooooooooooooooooooo!