lunedì 15 settembre 2008

@micizia: ovvero i rapporti umani a distanza, nel 2008


Proprio in questi giorni, dopo aver compiuto due mesi e mezzo dalla mia partenza, mi rendo conto guardandomi indietro di quanto l'uso di Internet possa aver cambiato non solo la società da tutti i suoi punti di vista, ma anche e soprattutto i rapporti fra le persone. Qualcuno dei lettori di questo blog obietterà legittimamente che non c'era bisogno di andare fino in Olanda per scoprirlo, ma il punto è che questo cambiamento così radicale, vivendo all'estero lo si apprezza in maniera infinitamente più vivida, solo per il fatto di trovarsi al di fuori della propria vita abituale ed essere costretti a delegare i propri contatti umani a una connessione fra computer. D'altra parte l'insieme dei miei contatti telematici, sommando i vari Msn e Skype, Facebook e Myspace, più la "vecchia" email, non sono certo un bagaglio di rapporti umani indifferente, dato che in tutto si tratta di più di trecento persone; anzi, a pensarci bene abbiamo molti più scambi umani oggi che non dieci anni fa, dato che vuoi per la moda, vuoi per la necessità, vuoi perchè al computer ci si sta tutto il giorno, quotidianamente contatto almeno una decina di persone sparse chissà dove, anche solo per sapere cosa fanno.

Certo i rapporti basati sulla rete non si possono paragonare per profondità a quelli classici, al contatto visivo e al parlare direttamente a una persona, dato che a parte la telefonata con video, per tutto il resto si tratta sempre di testo scritto e qulche immagine, ma non per questo mi sento di considerarli rapporti di serie b. Sono invece convinto, e questa esperienza me ne ha data una dimostrazione brillante, che i rapporti basati su internet siano una dimensione a sé, dove fare, ma soprattutto mantenere una conoscenza è infinitamente più semplice che nella realtà. Ecco allora che nascono queste amicizie strane, atipiche, spesso fra persone che non si sono mai viste di persona, che non sanno che odore o che modo di parlare abbia l'altro, eppure ne hanno viste le foto delle vacanze, e magari fra loro si sono confidate e raccontate più che se si fossero conosciute davvero. Perchè in fondo parlare da dietro un monitor è limitante per l'espressività, ma perdendo la componente del tete-a-tete fa sì che si perdano anche i freni inibitori che di solito si accompagnano ad essa, a tutto vantaggio dei rapporti neonati e superficiali. 

E allora forse questa Babilonia di network, di chat, di messaggi, di aggiungi agli amici (perchè una volta anche il primo approccio uomo-donna era diverso, fra sillabe inarticolate di lui e pose indifferenti di lei, e il rischio non era il rifiuto dell'amicizia su facebook, ma il mitico due di picche), è proprio quello che caratterizza la nostra generazione, la generazione erasmus, quella che ha sempre una parte di amici sparsi per il mondo, e un altra parte che nemmeno conosce di persona, ma che probabilmente rispetto ai suoi predecessori sta imparando che il mondo non è più una galassia di civiltà separate, ma un enorme minestrone nel quale restare a galla, possibilmente con una lista di amici più lunga possibile. 

3 commenti:

Eljena ha detto...

Il motivo per cui spesso si rimane delusi conoscendo di persona questi "fantasmi virtuali" è proprio questo: il corpo sarà anche un ostacolo nel tete-a-tete e nel magico approccio fra uomo e donna, ma senza quelle comunicazioni non-verbali come un'alzata di sopracciglia, un mezzo sorriso o una stretta di mano... si conosce solo il lato pubblico di una persona, e non si scende mai nel suo universo privato. Gioire per esser stato aggiunto alla lista di amici di qualcuno mi sembra più come una vittoria in una specie di gara di popolarità, non esprime la soddisfazione di avere un amico in più.

BANKO ha detto...

E' vero, è vero, nessuno preferirebbe mai un contatto virtuale a uno reale, ma il fatto è che esistono entrambi, e che ci piaccia o no non siamo più capaci di fare a meno né degli uni né degli altri. Internet ha creato un modo diverso di fare conoscenze, e di rapportarsi con gli altri, e noi lo stiamo sfruttando tutti. Poi esiste anche chi ha trasferito la propria vita reale su internet, e adesso gioisce quando viene aggiunto a una lista di amici: povero lui, speriamo di non fare tutti questa fine...

musoditinca ha detto...

fichissimo!!! il banko mi ha scritto su facebook...